I CAMERATI CHE CON IL LORO SANGUE
HANNO RESO PER SEMPRE IMMORTALI
LE NOSTRE IDEE.
P R E S E N T E !
Gli assassini impuniti....anche quelli di stato!
I responsabili politici di ieri...e pure quelli di oggi!
I traditori di quei giorni......e quelli di oggi!
Acca Larentia : cosa commemorano gli esponenti del potere?
Il 7 gennaio 1978 , nella sede del MSI , venivano assassinati dalle brigate rosse Bigonzetti e Ciavatta mentre il camerata Recchioni veniva freddato da un ufficiale dei carabinieri con un colpo di pistola mirato , nel corso degli incidenti successivi . Camerata Recchioni ,
si proprio , come gli altri due .
Perché Fascisti erano e tali si sentivano .
E perché , in quanto Fascisti , sono stati assassinati.
E da Fascisti e come Fascisti dovrebbero essere commemorati.
Certamente qualcuno lo farà , lì dove sono caduti.
ONORE AI CADUTI DI ACCA LARENTIA!
ED A TUTTI GLI ALTRI MARTIRI .....
E' difficile parlare di chi non
c'è più, di chi ha dato la vita per quell'ideale in cui tutti noi crediamo, di
chi è stato capace di sacrificare la propria giovinezza in nome di qualcosa di
più alto, di più luminoso, di più vero.
E' difficile perché qualunque
parola sembra inappropriata se usata per descrivere il gesto di ragazzi come
noi, che per il solo fatto di aver scelto quella che molti hanno chiamato e
continuano a chiamare la "strada sbagliata", quella più difficile,
sono morti a vent'anni.
E' difficile perché di fronte al
sacrificio estremo spesso ci si sente estremamente piccoli e inadeguati e
qualunque cosa si dica o si faccia sembra sciocca. E' difficile, ma noi
vogliamo provarci lo stesso, seguendo quel filo rosso che ci lega a chi ha percorso
prima di noi la strada sulla quale stiamo camminando. Quello che vogliamo dire a
Franco, Francesco, Stefano, Alberto e a tutti quelli che sono con loro nella
verde valle lontana e senza tempo dalla quale ci stanno guardando, è che noi ci
siamo.
Con tutte le nostre debolezze, con la stanchezza e lo scoraggiamento che
a volte si fanno davvero pesanti, con piccoli sacrifici quotidiani, che non
sono niente se paragonati al loro. Ci siamo, e continuiamo, nel
nostro mondo e nel nostro tempo, a percorrere la strada che prima di noi ha
visto i loro passi svelti attraversare la vita, consapevoli del fatto che
abbiamo scelto di vivere un ideale che va oltre il tempo e oltre la storia, un
ideale che ha vissuto in loro e che ora vive in noi. Ci siamo, e sappiamo che in ogni
semplicissimo atto della militanza di ogni giorno, come un'affissione, un
volantinaggio, una riunione, un'assemblea, ci sono con noi anche loro.
C'è chi il sangue è chiamato a
versarlo tutto insieme e chi goccia a goccia: quando ci sentiamo stanchi e
scoraggiati, quando ci assalgono i dubbi sulla scelta della militanza, sarà
sufficiente pensare a chi, ragazzo di vent'anni come noi, ha versato il suo
sangue tutto insieme e ci ha lasciato il dono più prezioso che si possa mai
ricevere: un esempio da seguire.
NON TROVERETE I LORO NOMI SUI LIBRI DI STORIA, DI TANTI DI LORO NON TROVERETE I LORO NOMI NEMMENO SUI LIBRI DI QUESTA
"NUOVA DESTRA"
PER NON SCORDARLI MAI !
ABATE ORESTE
ADOBATI PIETRO
ALFANO BEPPE
ALIBRANDI ALESSANDRO
ALIOTTI ANTONINO
ALVAREZ ALESSANDRO
ANSELMI FRANCESCO
ANTONELLI GIULIO
ASSIRELLI ORLANDO
AZZI NICO
BASSA ERMINIO BIANCHI SCIACCALUNGA LILIANA
BIANCHI SCIACCALUNGA ROSA
BIGONZETTI FRANCO
BILLI ACHILLE
BOCCACCIO IVAN
CALIGIANI ORIO
CALZOLARI ARMANDO
CAMPANELLA ANGELO
CANDURA PROSPERO
CECCHETTI STEFANO
CECCHIN FRANCESCO
CIAVATTA FRANCESCO
CRESCENZI RODOLFO
CRESCENZO ROBERTO
CROVACE "MAMMAROSA" RODOLFO
DE AGAZIO FRANCO
DE ANGELIS NANNI
DE NORA PAOLO
DI NELLA PAOLO
DI VITTORIO MARCO
DISCALA ELIO
DOMINICI BENVENUTO
ESPOSTI GIANCARLO
FALDUTO ANDREA
FALVELLA CARLO
FERRARI SILVIO
FERRAZZI ANDREA
FERRERO ENRICO
FERRI VITTORIO
GATTI FERRUCCIO
GHISALBERTI FELICE
GIAQUINTO ALBERTO
GIRALUCCI GRAZIANO
GIUDICI BRUNO
GRILZ ALMERIGO
JACONIS CARMINE
LABBATE BRUNO
LOCATELLI "MICHELIN" FRANCO
LO PRESTI GIUSEPPE
LUPARA SERGIO
MACCIACCHINI EVA
MACCIO' DIEGO
MAGENES GIORGIO
MAINO ANTONIO
MANCIA ANGELO
MANFREDI RICCARDO
MANGIAMELI FRANCESCO
MANTAKAS MIKIS
MANZI LEONARDO
MASAZZA GIUSEPPE
MASSAIA LEONARDO
MATTEI STEFANO
MATTEI VIRGILIO
MAZZOLA GIUSEPPE
MEGGIORIN CLAUDIO
MENEGHINI ENRICO
MINETTI RICCARDO
MONTANO SAVERIO
MORTARI IGINO
NARDI GIANNI
NIGRO FRANCESCO
PAGLIA FRANCESCO
PAGLIAI PIERLUIGI
PALLADINO CARMELO
PEDENOVI ENRICO
PETRUCCELLI MICHELE
PISTOLESI ANGELO
PONTECORVO ADRIANA
PRINCIPI PIETRO
RAMELLI SERGIO
RECCHIONI STEFANO
SABBADIN LINO
SANTOSTEFANO GIUSEPPE
SCARCELLA PINO
SCARPETTI ALDO
SCIOTTO PIERLUIGI
SPEDICATO WALTER
TANZI BRUNILDE
TRAVERSA MARTINO
TRENTIN STEFANO
VALE GIORGIO
VENTURINI UGO
VIVIRITO SALVATORE
ZAVADIL ANTONIO
ZAZZI EURO
ZICCHIERI MARIO
ZILLI EMANUELE
ZUCCHIERI MARZIO
ALIBRANDI ALESSANDRO-ANSELMI FRANCO-BOCCACCIO IVAN-CAMPANELLA ANGELO-CANDURA
PROSPERO-CROVACE RODOLFO-DI SCALA ELIO-ESPOSTI GIANCARLO-FERRARI SILVIO-FERRERO
ENRICO-IACONIS CARMINE-LOCATELLI FRANCESCO-MACCIO’ DIEGO-MANGIAMELI
FRANCESCO-MINETTI RICCARDO-MORSELLO MASSIMO- NARDI GIANNI-PAGLIAI
PIERLUIGI-PALLADINO CARMINE-PONTECORVO ADRIANA- SCIOTTO PIERLUIGI-VALE
GIORGIO-VIVIRITO SALVATORE- LO PRESTI GIUSEPPE- MASSSIMO MORSELLO
ALVAREZ ALESSANDRO-BIGONZETTI FRANCO-CECCHETTI STEFANO-CECCHIN
FRANCESCO-CIAVATTA FRANCESCO-CRESCENZI ROBERTO-DE AGAZIO FRANCO-DE ANGELIS
NANNI-DI NELLA PAOLO-FALVELLA CARLO-FERRI VITTORIO-GIAQUINTO ALBERTO-GIRALUCCI
GRAZIANO-GRILZ ALMERICO-MACCIACCHINI EVA-MANCIA ANGELO-MATTEI STEFANO-MATTEI-VIRGILIO-MAZZOLA
GIUSEPPE-MENEGHINI ENRICO-MANTAKAS-MIKIS-PEDENOVI
ENRICO-PISTOLESI-ANGELO-RAMELLI-SERGIO-RECCHIONI STEFANO-SANTOSTEFANO
GIUSEPPE-LUPARA SERGIO-TANZI BRUNILDE-TRAVERSA-MARTINO-VENTURINI UGO-ZICCHIERI MARIO-ZILLI
EMANUELE
L' ULTIMA LETTERA DI FRANCESCO ASCHIERI,
17 ANNI, DELLA X" MAS,
VOLONTARIO A SANTA MARIA,
FUCILATO A CAPUA VETERE IL 30 APRILE 1944
con l'animo pienamente sereno mi preparo a lasciare questa vita che è stata così breve per me e nello stesso tempo così piena e densa di esperienze e sensazioni, in questi ultimi momenti l'unico dolore per me è costituito dal pensiero di coloro che lascio e delle cose che non ho potuto portare a compimento. Ti prego mamma, fai che il mio distacco da questa vita non sia accompagnato da lacrime, ma sia allietato dalla gioia serena di quegli anni eletti che sono consapevoli del significato di questo trapasso. Ieri sera, dopo che mi è stata comunicata la notizia, mi sono disteso sul letto ed ho provato una sensazione che già avevo conosciuto da bambino: ho sentito cioè che il mio spirito si riempiva di forza e si estendeva fino a divenire immenso, come se volesse liberarsi dai vincoli della carne per riconquistare la libertà.
Non ho alcun risentimento contro coloro che stanno per uccidermi perchè so che non sono che degli strumenti scelti da Dio, che ha giudicato sufficiente il ciclo spirituale da me trascorso in questa vita presente. Sappi, mamma che non resti sola, perchè io resterò vicino a te per sostenerti ed aiutarti finchè non verrai a raggiungermi; perchè sono certo che i nostri spiriti continueranno insieme il loro cammino di redenzione, dato che il legame che ci univa su questa terra, più che quello che esiste tra madre e figlio, è stato quello che unisce due spiriti affini e giunti allo stesso grado di evoluzione. Sono certo che accoglierai la notizia con coraggio e voglio che tu sappia che in momenti difficili io ti aiuterò come tu hai aiutato me durante questa mia vita, in questo momento sono li da te e ti bacio per l'ultima volta e con te papà e tutti gli altri cari che lascio.
Cara mamma, termino la lettera perchè il tempo dei condannati a morte è contato fino al secondo. Sono contento della morte che mi è destinata perchè è una delle più belle, essendo legata a un sacro ideale. Io cado ucciso in questa immensa battaglia per la salvezza dello spirito e della civiltà, ma so che altri continueranno la lotta per la vittoria che la Giustizia non può assegnare che a noi.
VIVA IL FASCISMO! VIVA L' EUROPA!
1977 SETTEMBRE
Campo scuola MSI Sperlonga - Angelo Mancia il secondo da destra
Lo Specchio - 11 maggio 1975
"Per Ramelli fu perfino
difficile organizzare il funerale, perché nessun prete alla faccia della carità
cristiana, aveva il coraggio di celebrarlo. Quando alla fine si trovò un
religioso disposto a rischiare, il feretro arrivò di nascosto alla chiesa,
perché le autorità locali avevano vietato il corteo funebre e gli estremisti di
sinistra avevano minacciato di usare le chiavi inglesi sulla testa dei
partecipanti. Nel frattempo, dalle finestre delle aule della Facoltà di
Medicina che danno su Piazzale Gorini, alcuni giovani con i volti coperti da
fazzoletti rossi fotografarono i partecipanti al funerale per schedarli e
colpirli. Molte delle foto scattate quel giorno sarebbero poi state ritrovate
nel terribile «covo di viale Bligny».
Erano i temi durante i quali si
urlava «uccidere un fascista non è reato» e, infatti, dai banchi del consiglio
comunale si levò un terribile applauso quando in aula arrivò la notizia che
Ramelli era spirato dopo quella terribile agonia."
MARIO TUTI nel cinquantesimo anniversario della morte dei
fratelli Mattei
Ci sono dei versi dal “mercoledì delle ceneri” di Eliot che mi pare
possano essere presi a epigrafe di questa giornata dedicata al devoto e dolente
ricordo del sacrificio di Virgilio e
Stefano alla vicinanza dei loro familiari e ai camerati di allora, poi che non
spero più di ritornare queste parole possano rispondere di ciò che fu fatto e
ormai non si fa più e verso di noi il giudizio non sia troppo severo e prego di
poter dimenticare quelle cose che troppo discuto con me stesso e troppo spiego ecco
gli anni che passano in mezzo fra cancelli inferiate e lungo esilio passano gli
anni passati e nuovi non ravvivano dove ritroveremo la parola e la coscienza,
dove risuonerà la parola e l’azione non qui che qui il silenzio assorda. O mio
popolo cosa ti hanno fatto il tempo giusto e il luogo giusto ecco sono qui e a
te mio popolo giunga il mio grido, un grido all’ora e una testimonianza a
distanza di mezzo secolo di quegli anni ancora segnati nella mia memoria
dall’orrenda immagine di Virginio Mattei avvolto nel fuoco mi ricordo lo
sgomento nella sezione dl M.S.I. di Empoli i commenti con i giovani camerati la
lettura affannosa dei giornali e poi la rabbia per le indegne provocazioni
sulla stampa il volantino di rivendicazione che diceva morte ai fascisti, poi
vennero l’assoluzione e le facili fughe dei colpevoli le complicità e le
convivenze degli intellettuali, giornalisti, politici che minimizzarono,
mentirono, strumentalizzarono, derisero. Mi ricordo ancora l’infame vignetta di
Iacopo Fo e ancora altri morti legai a quella storia come Mantakas e i camerati
uccisi a Padova e ci fecero comprendere quanto il nostro amore per questa terra
e questo popolo fosse diventato amaro, questo paese squallido comodo banale non
sapeva che farcene del nostro amore in noi cera troppo orgoglio troppe passioni
troppa forza e ci rifiutò perché per noi per l’ Italia pretendevamo di più
pretendevamo il meglio e cosa ancora più imperdonabile avevamo ragione! Ma oggi
non è il momento delle accuse e delle recriminazioni e il momento del compianto
e del dolente ricordo di Stefano e Virginio e del loro martirio ed è per questo
che siamo qui oggi ma per gli altri giorni dell’ anno il loro sacrificio e la
sostale impunità dei loro assassini e dei loro tanti favoreggiatore è un atto
d’accusa che elevo soprattutto a me stesso si e allora oggi batto il tamburo
per i nostri morti e a loro mi appello, la luce che portavano l’abbiamo fatta
spengere e ci resta solo oscurità cenere paura, a loro mi appello perché anche
il mio cuore torni a radere come un tempo, mi appello ai nostri camerati caduti
coloro che scelsero e si opposero e non vollero arrendersi come io allora
scelsi e mi opposi, mentre ora con l’avanzare degli anni e il declinare delle
forze anche la volontà e il cuore stanno venendo meno e non sono contento, non
sono contento per i loro carnefici senza punizione per la magistratura inerme
per quei politicanti che su di loro specularono e ancora speculano per i
giornalisti che ancora infangano la loro memoria non sono contento di me del
mio essere incapace di dare loro giustizia non sono contento di un ambiente
perso tra vanità e giustificazioni perso nelle parole, per il
resto dell’anno se il sacrificio dei fratelli Mattei non ci ha dato la forza e
il coraggio di continuare la loro lotta e di vendicarli ci dia almeno la
vergogna la penitenza per la nostra paura sperando allora che i nostri camerati
caduti abbiano pietà di noi e che il nostro spirito fragile sappia finalmente
ribellarsi il cuore perduto si rinsaldi e ritrovi la sovranita potenza della
lotta, gli anni passano e non vi è luogo di grazia per coloro che solo parlano
e non agiscano